Perché “serve a me”? Per il modo in cui uso la chat con mia sorella:
Buongiorno! Ecco i 5 “serve a me” della settimana:
Quando si parla di character design non bisogna confondere la semplicità con la facilità. Spesso, creare un personaggio iconico significa semplificare, e farlo non è facile. Ne parla anche Scott McCloud nel suo “Capire, Fare e Reinventare il Fumetto”.
Ho fatto questa introduzione per mostrarvi la style guide delle Superchicche creata da Craig McCracken. Ogni scelta dietro le forme dei personaggi è consapevole, e il risultato è caratteristico e facilmente riconoscibile.La scorsa settimana è scomparso il fotografo Elliott Erwitt. Vi lascio ad ammirare le sue foto.
Intervistato dalla televisione islandese, lo scrittore Neil Gaiman ha espresso il suo pensiero sul futuro di internet e sulla graduale decadenza dei social. Pensa che probabilmente le persone ritorneranno ad una dimensione digitale più ristretta e intima, quella che un tempo apparteneva ai blog e ai forum. In questo senso, le newsletter sembrano un buon compromesso per il futuro.
La visione di Gaiman sembra essere confermata da questo video di Kurzgesagt che riflette sulla rabbia che circola su internet e su un possibile futuro post-social network. Anche qui la soluzione proposta è un ritorno a community più piccole e indipendenti dagli algoritmi.
Infine, ecco qualcuno che ha preso il peggio dei social per creare qualcosa di bello. Una famosissima app (non vi svelo quale per non rovinarvi la sorpresa), è stata infusa dallo spirito di gamification dei social per rendere l’istruzione più economicamente accessibile.
In questo seguitissimo TED talk il fondatore dell’app parla di come siano riusciti a competere con “una delle droghe che crea più dipendenza mai create dall’uomo”.
Spero che quello che serve a me possa servire in qualche modo anche a voi.
Grazie per aver letto e, se vi va di sostenere questa newsletter, condividete!
P.S. Serve a me




